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mercoledì 26 febbraio 2025

CGUE 2025-La sentenza emessa nei primi giorni del 2025 dalla Corte di giustizia dell'Unione Europea riguarda il diritto dei medici di non raccomandare o somministrare il vaccino anti-COVID, a meno che non ci sia una prescrizione medica. La corte ha stabilito che i medici sono liberi di non raccomandare i vaccini se hanno dei dubbi sulla loro efficacia o sicurezza, senza che ciò comporti alcuna violazione delle loro obbligazioni professionali. Secondo la decisione, la somministrazione dei vaccini anti-COVID deve essere considerata su base individuale, in linea con la libertà professionale dei medici, che possono avere opinioni diverse sui benefici dei vaccini per ogni paziente, soprattutto se non sono completamente convinti della loro sicurezza o efficacia. La sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea del xx.xx. 2025 ha un'importanza rilevante non solo per il diritto alla libertà di scelta dei medici in relazione ai vaccini, ma anche per le implicazioni pratiche su diversi fronti legali. 1. Lavoratori sospesi per non vaccinazione: La decisione potrebbe avere un impatto sui procedimenti legali relativi ai lavoratori che sono stati sospesi o licenziati per essersi rifiutati di vaccinarsi contro il COVID-19. In base alla sentenza, se la vaccinazione è stata imposta senza adeguata prescrizione medica, i lavoratori potrebbero avere un argomento legittimo per contestare la sospensione o la perdita del posto di lavoro, sostenendo che i loro diritti non sono stati rispettati e che non era giustificato obbligarli a vaccinarsi.

 

Tar 2025-La decisione del T.A.R. Lazio riguarda un ricorso contro l’esclusione di un candidato dalla procedura concorsuale per l’ammissione al corso presso la Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza, basata su un fatto rilevante che ha avuto luogo durante la procedura concorsuale stessa.

 

Corte dei Conti 2025- Corte dei Conti in tema di esenzione IRPEF sulla pensione per superstiti di Vittima del dovere Contesto della questione La Corte dei Conti è stata chiamata a valutare la richiesta di un ricorrente, già ispettore della Polizia di Stato, che aveva ottenuto una pensione come superstite di una vittima del dovere, chiedendo che la pensione fosse esentata da IRPEF. Il ricorrente, come famigliare di un agente delle forze dell'ordine deceduto nell'esercizio del dovere, ha invocato il diritto all'esenzione fiscale, richiamando le disposizioni normative in materia di indennità e pensioni in favore dei superstiti di vittime del dovere.

 

Corte dei Conti 2025- il ricorrente si è rivolto alla Corte dei Conti per ottenere un accertamento riguardante la sua classificazione tabellare in relazione all’infermità riportata, ossia placche pleuriche bilaterali in un soggetto che ha un’anamnesi lavorativa positiva per esposizione all’amianto. L’obiettivo del ricorso è ottenere una riqualificazione tabellare del suo infortunio o malattia professionale, chiedendo che venga riconosciuta una settima categoria nella Tabella A (relativa agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali) in relazione all'amianto.

 

Corte dei Conti 2025- la Corte dei Conti è stata coinvolta in un procedimento per danno erariale in relazione a un pubblico dipendente che ha violato le normative sull'incompatibilità dell'attività extralavorativa. La Procura della Corte dei Conti ha emesso l'atto di citazione per il danno erariale, sostenendo che il convenuto (l’impiegato pubblico) avesse svolto attività lavorativa privata in violazione dell'obbligo di esclusività della prestazione lavorativa stabilito dal D. Lgs. n. 165/2001, che regola il pubblico impiego, nonché delle disposizioni in materia di incompatibilità previste dall'art. 60 del DPR n. 3/1957.

 

Consiglio di Stato 2025-Il Consiglio di Stato ha recentemente confermato che, nei contratti pubblici, non si applica la legge sull’equo compenso. La questione riguarda la normativa che stabilisce l'obbligo di garantire un compenso equo per i professionisti che lavorano con la pubblica amministrazione, in particolare per i liberi professionisti e le imprese che forniscono prestazioni nei contratti pubblici. In sostanza, la sentenza del Consiglio di Stato ha ribadito che le disposizioni relative all'equo compenso non si estendono automaticamente ai contratti pubblici, come invece accade per i contratti privati, dove la legge è stata introdotta per contrastare situazioni di sotto-compensazione e sfruttamento dei professionisti.

 

Cassazione 2025-La Corte di Cassazione ha stabilito che l'uso personale dell'auto aziendale durante l'orario di lavoro, senza una preventiva autorizzazione da parte del datore di lavoro, può giustificare il licenziamento del dipendente. Questo comportamento è considerato una violazione degli obblighi di diligenza e fedeltà previsti dal contratto di lavoro, in quanto l'uso privato dell'auto aziendale durante l'orario lavorativo può compromettere l'efficienza e la produttività del dipendente, danneggiando l'interesse dell'azienda.

 

Corte dei Conti 2025-la pronuncia riguarda un aspetto legale legato alla normativa dei Carabinieri, in particolare alla disciplina del "moltiplicatore contributivo" e della "ausiliaria". In sintesi, viene sottolineato che la richiesta del soggetto non può essere accolta favorevolmente in quanto egli tenta di interpretare il moltiplicatore contributivo come un sostituto dell'ausiliaria, quando in realtà il legislatore l'ha concepito come un istituto alternativo.

 

Cassazione 2024-la sentenza della Cassazione ha effettivamente ribadito l'importanza di applicare l'articolo 111 del Decreto Legislativo n. 81/2008, che riguarda la salute e la sicurezza sul lavoro. L'articolo stabilisce che i dispositivi di protezione collettiva (DPC) devono essere utilizzati in via prioritaria rispetto ai dispositivi di protezione individuale (DPI).

 

Cassazione 2025-La Cassazione ha recentemente fornito chiarimenti riguardo le modalità di calcolo delle prestazioni pensionistiche collegate al reddito. Queste prestazioni, che possono includere pensioni e altre forme di sostegno economico, sono spesso soggette a limiti e regolamenti specifici basati sul reddito del beneficiario.

 

Cassazione 2025-La questione della responsabilità in caso di incidenti di caccia, in particolare quelli causati da un doppio rimbalzo dei proiettili, è complessa e richiede un'analisi approfondita delle norme di sicurezza e delle prassi consolidate nel settore venatorio. La Cassazione, nel pronunciare su tali incidenti, ha messo in evidenza la necessità di considerare se l'evento si configuri come caso fortuito oppure come risultato di una condotta imprudente. Rimbalzo dei proiettili e sicurezza Il fenomeno del rimbalzo si verifica quando un proiettile colpisce un oggetto duro e rimbalza in un'altra direzione, potenzialmente causando danni a persone o cose non intenzionati dal cacciatore. Affinché un incidente di questo tipo possa essere considerato come frutto di imprudenza, è necessario dimostrare che il cacciatore non abbia rispettato le misure di sicurezza previste dalla normativa vigente e dalle buone pratiche venatorie.